
L’uomo che Mike Leigh vuole presentarci con questo piccolo capolavoro è tutto in una breve scena, verso la metà del film: una ditata rossa lasciata per spregio sulle acque agitate di un mare in tempesta; il rivale (un certo signor Constable) che si allontana piccato, consapevole che quella macchia è uno scherno rivolto ai suoi maniacali tocchi di pennello; e in un paio di gesti apparentemente leggeri, quella macchia goffa e cattiva che diventa una boa.

Credits: Mr. Turner © Focus Features International e altri 2014
Ecco Joseph Mallord William Turner (1775-1851), ovvero Mr. Turner, il pittore inglese che dava respiro e linfa vitale ai paesaggi e che anticipò correnti artistiche come Impressionismo e Futurismo. Padre di due figlie avute da una donna che non fu mai sua moglie, Turner viveva con il devoto padre-assistente e con la governante Hannah, a cui la sceneggiatura regala un ruolo di primo piano (non tanto nella vita di Turner, quanto nelle vicende narrate). Mike Leigh è regista che si prende cura dei propri personaggi e della loro storia, nel senso narrativo del termine, ed è attento ad attribuire loro parole accuratamente scelte. Questo dà forse al film un retrogusto leggermente teatrale, eppure, proprio perché ambientato in un’epoca di profondi mutamenti (il vapore, i treni, la fotografia, una vita quotidiana sempre più rapida), il linguaggio non stride e anzi rafforza la sostanza dei personaggi riportandoli intatti fino a noi.

Credits: Mr. Turner © Focus Features International e altri 2014
Non è il classico biopic del geniale nevrotico: di fronte a voi troverete un uomo, né santo né demone, forse il primo artista protagonista di un film a non sembrare un involucro senz’anima. Molto interessante la scelta di un cast perfetto per carisma e che brilla per “ordinarietà”, per assenza di quella che per noi è culturalmente assodata come bellezza estetica. Gran parte del merito va certamente a Timothy Spall, che molti conoscono solo come grande caratterista, ma è innanzitutto grandissimo attore. Spall regge sulle sue ampie spalle un film lungo, complesso, ma che scivola via come la corrente di un fiume, grazie anche alla colonna sonora cristallina e opportunamente semplice di Gary Yershon. Ma ciò che si imprime nella memoria più di ogni altro elemento è la luce, pulviscolare, dorata ma non calda: proprio come nei dipinti di Turner, che il pubblico accusava ironicamente di cecità progressiva o, peggio, di stravaganza fine a se stessa.

Credits: Mr. Turner © Focus Features International e altri 2014
Finalmente, in questo film si intrecciano a dovere vita privata e istinto d’arte, rendendo ridondante la messa in scena dell’abilità di questo artista rivoluzionario. Disegno e pittura sono solo alcuni fra i tanti gesti quotidiani, e di natura essenzialmente sensoriale e sensuale, di un uomo innanzitutto affamato di vita, desideroso di cogliere appieno l’attimo che fugge: nemmeno la prossimità della morte impedisce a Turner di alzarsi dal suo letto per ritrarre una giovane donna annegata. Bellissime le scene, giustamente senza parole, in cui il pittore esplora il mondo circostante alla ricerca non tanto di una semplice visione, quanto di un momento: proprio questo lo renderà precursore dell’Impressionismo e proprio per questo teme profeticamente l’avvento della fotografia.
Un film che gli appassionati adoreranno per la fedeltà storica: splendida la difesa sentita e lievemente amara dell’arte di Claude Lorrain, così come ben tessuto il filo narrativo che lega Turner a John Ruskin ed ai Preraffaelliti. Ma anche i non addetti al mestiere possono gustare questo film per godibilità e puro piacere degli occhi. Una curiosità: pare che davvero Turner abbia pronunciato sul letto di morte le parole «Il Sole è Dio». E il pennello di Dio è la luce.

Credits: Mr. Turner © Focus Features International e altri 2014

Londra, National Gallery
Mr. Turner: quando Dio dipinge con la luce by Pantoscopio - Cinema e Arte is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.