Periodo shakespeariano questo, per me. Ho appena finito di leggere La dama nera di Sally O’Reilly, che ha l’ambizione (centrata solo in parte) di far rivivere la famigerata Dark Lady che infesta sogni e sonetti del Bardo: una storia affascinante, come indubbiamente affascinante è la caratterizzazione di Shakespeare come uomo oggetto e preda d’amore disperato e inequivocabilmente carnale, cosa a cui credo non siamo abituati. Un ritratto umano, come sono tutti quelli che mi appassionano fin da quando ero piccola, e che, seppur storicamente non corretti, mi fanno da sempre venire voglia di approfondire proprio la Storia con la S maiuscola. Esattamente la stessa sensazione provata quando ho recentemente rivisto Anonymous (2011) di Roland Emmerich (sì, il regista di Stargate e Indipendence Day). Questo cineasta tedesco ha un innegabile debole per il genere catastrofico, ma in molti suoi film è possibile individuare un interesse per la ricerca (spettacolarizzata e inesatta , anche retorica, ma talvolta ipnotica) della verità storica, in un filo rosso che corre dallo stesso Stargate fino a Il Patriota. Anonymous è un punto d’arrivo in questo senso e l’attenta stesura della sceneggiatura ne è la prova.
N.B.: tra i sostenitori moderni della teoria oxfordiana troviamo anche il grande Derek Jacobi, che ci offre un illuminante spiraglio della sua arte sull’incipit e sul finale del film.