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La sigla di The Young Pope: la galleria

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È un fatto: la sigla di The Young Pope dà dipendenza. Ma non solo: ci racconta la storia di Lenny Belardo, papa per caso ma anche per ispirazione (divina?). Una sigla che porta la firma ineguagliabile dello sguardo di Paolo Sorrentino. Sulle sorprendenti note di Watchtower, che riprende la versione di Jimi Hendrix, il nostro Lenny, ormai eletto Pio XIII, percorre sicuro e sorridente un’immaginaria quadreria che è tutto fuorché casuale.

E si comincia con l’Adorazione dei Pastori di Gerrit van Honthorst, meglio noto in Italia come Gherardo delle Notti (1592-1656). Non a caso “delle Notti”: questo pittore olandese era noto per l’utilizzo straordinario che faceva della luce e delle ombre. E in questo dipinto una luce miracolosa proviene naturalmente dal Bambin Gesù, letteralmente svelato dalla madre Maria a beneficio dei pastori giunti appositamente per venerarlo. Già nella pittura di Gherardo si nota l’influenza di Caravaggio, che delle ombre ha fatto la propria rivoluzione artistica. La luce squarcia le tenebre, ed è una luce calda, dorata, che parla d’amore materno. L’amore materno che Lenny Belardo ha perduto e ricerca disperatamente.

Gerrit van Honthorst Adorazione dei Pastori The Young Pope
Gerrit van Honthorst, Adorazione dei Pastori, 1619-20
Firenze, Gallerie degli Uffizi

Nel frattempo, mentre il nostro “papa giovane” cammina con passo fluttuante in questa galleria, una bella stella cometa attraversa il dipinto, per poi continuare il suo percorso all’interno della Consegna delle chiavi del soave Perugino (1448-1523), il maestro di Raffaello. In realtà, non si tratterebbe di una tela, ma di una sezione degli affreschi presenti sulle pareti della Cappella Sistina, sede dell’elezione papale. E il soggetto parla da sé: è la consacrazione di un epocale passaggio di consegne, Cristo che sceglie Pietro per fondare la propria Chiesa. È il primo papa a pararsi di fronte a noi. E come le architetture e le colline sullo sfondo contribuiscono a ispirarci un senso di tranquillità, così la cometa illumina la lamina d’oro della cupola centrale. Che Pio XIII sia destinato a portare nuova luce nel mondo?

Perugino Consegna delle chiavi The Young Pope
Perugino, Consegna delle chiavi, 1481-82
Città del Vaticano, Cappella Sistina

Ma questo papa è innanzitutto un uomo fuori dall’ordinario, assetato di assoluto. Ed ecco che, dopo la prima amorosa fiammata di luce offertaci di Gherardo delle Notti, assistiamo all’illuminazione vera e propria: quella sulla via di Damasco, in cui Caravaggio (1571-1610) dipinge un San Paolo già sbalzato a terra da una visione inaspettata. Della cometa intravediamo solo la luce provenire dall’alto, oltre la cornice che delimita la tela dipinta: dall’alto come la luce che abbagliò Saulo e lo spinse alla conversione al cristianesimo. Ma è un’illuminazione senza precedenti nella storia dell’arte: la cosa più evidente sono le muscolose terga del suo cavallo! E se è vero che la luce è la base di tutto, è anche vero che essa è indissolubilmente legata alle tenebre. È l’assenza di Cristo ciò che caratterizza questo episodio storico e questo dipinto. Ed è sull’assenza che si fondano prima la vita di Lenny (assenza dei genitori) e poi il suo papato: Pio XIII non offre di sé che un’ombra, una figura di spalle che si indovina nel buio. Un’assenza che è l’estremizzazione di una presenza. «Amo un Dio che non mi lascia mai o che mi lascia sempre», dice Pio XIII a Esther, «Dio o l’assenza di Dio, ma sempre rassicurante e definitiva».

Caravaggio Conversione di San Paolo The Young Pope
Caravaggio, Conversione di San Paolo, 1600-01
Roma, Santa Maria del Popolo

Ed ecco che la nostra cometa passa nientemeno che da Nicea, dove si sta tenendo il Primo Concilio (325 d.C.). È il Concilio del dogma cristiano, dell’ufficializzazione dell’idea della Trinità. Ed è proprio Ario l’uomo che è disteso a terra, ormai abbattuto come le sue teorie: era Ario infatti a sostenere che Padre e Figlio non fossero fatti della stessa sostanza, ma fossero per l’appunto semplicemente Padre e Figlio. Proprio durante questo Concilio Ario fu deposto delle sue cariche ecclesiastiche ed esiliato, con tanto di anatema. Ed è proprio qui che l’innocente cometa inizia a trasformarsi in qualcosa di più minaccioso: strani, incontrollabili lapilli iniziano a spuntare dalla sua coda, proprio come imprevedibili e potenzialmente fatali sono i pensieri e le azioni di Pio XIII.

Concilio di Nicea The Young Pope
Concilio di Nicea, icona presso il Monastero del Grande Meteoron (Meteora, Grecia)

La coda inizia letteralmente ad esplodere attraversando il cielo del dipinto di Francesco Hayez (1791-1882), su cui si staglia la bandiera fieramente portata da Pietro l’Eremita che predica la crociata. Questo frate guerriero è alla testa della cosiddetta “crociata dei pezzenti”, che nel 1096 vide uomini e donne d’ogni estrazione sociale partire alla volta di Costantinopoli per combattere contro i Turchi selgiuchidi. Fu un movimento spontaneo, guidato da un predicatore itinerante dal trascinante carisma che aveva acceso ancor di più nei loro cuori la fede più pura (senza però riuscire a evitare il fallimento dell’impresa). E il motto di questa crociata, coniato dallo stesso Pietro, era Deus lo volt: Dio lo vuole. Una sete di assoluto dettata quindi dall’ispirazione divina, che sembra dettare anche parte delle azioni di Pio XIII, a tratti esaltata e a tratti ostacolata dalla dimensione umana, troppo umana di Lenny, rimasto figlio nell’anima. E che forse per questo ha scelto la via del sacerdozio: «un prete non cresce mai perché non può diventare padre», dice all’amico cardinale Dussolier.
Avete notato una cosa? Fino ad ora, non è solo la storia di Lenny Belardo: è anche la storia della Chiesa cattolica, in un perfetto ordine cronologico. Il resto… dopo il finale di stagione 🙂

Francesco Hayez Pietro l'eremita The Young Pope
Francesco Hayez, Pietro l’Eremita predica la crociata, 1828
Milano, collezione privata

CC BY-NC-ND 4.0 La sigla di The Young Pope: la galleria by Pantoscopio - Cinema e Arte is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

3 thoughts on “La sigla di The Young Pope: la galleria

  1. Vorrei aggiungere che L’ adorazione dei pastori di Gherardo delle notti è stata semidistrutta nell’ attentato mafioso della Strage dei Georgofili nel 1993.

  2. Guardando meglio non sono sicuro che la versione che si vede nella sigla sia la stessa di cui parlo nel commento precendente.

    1. Ciao Tommaso e grazie del tuo commento! In realtà, da quello che ho visto, credo proprio che sia questa la versione… Quindi ti ringrazio di averlo segnalato!

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